Signor Zancan,
in Repubblica del 17
giugno, nella cronaca di Torino, mi ha più volte nominato. Ho
cercato di contattarLa telefonicamente ma aveva aderito allo sciopero
di categoria sicché presumo che non sarà possibile
sentirLa prima di lunedì.
Le scrivo allora
auspicando che possa rettificare alcune Sue affermazioni evitando che
diano adito ad equivoci.
Nel Suo pezzo sulla
rinascente (?) destra radicale torinese Ella afferma, ad esempio, che
l’associazione Progetto Torino, che non so per quale motivo abbia
attirato tanto la Sua attenzione, sarebbe una sorta di riedizione di
Terza Posizione. Francamente non vedo proprio in cosa si possa
sostanziare quest’affermazione sorprendente.
A scanso di equivoci,
tenga presente che Terza Posizione è uscita vincente dalle sue
vicende giudiziarie e, quindi, non vi è motivo – da parte di
nessuno – di “mascherare” una rifondazione di TP che, invece,
semplicemente non esiste, né potrebbe esistere in questo
frangente storico e sociale.
Ella scrive ancora che
“il movimento su scala nazionale si chiama Polaris” e che “a Torino ha
già una sede in via Cellini” il che non corrisponde al vero.
È del tutto
inesatto che Progetto Torino risponda a Polaris (che non è un
movimento) o che sia dipendente in qualunque altra maniera dal
sottoscritto; basterebbe dare un’occhiata ai forum d’area dell’ultimo
trimestre per rendersi conto di come colui che per Lei sarebbe “il
responsabile locale di Progetto Torino,
Vincenzo Abbatantuono” si sia veementemente opposto alle
modalità di promozione del progetto di Mutuo Sociale che il
sottoscritto invece sostiene attivamente.
Erronea è anche
l’affermazione che Roberto Fiore ed io si sia in concorrenza per la
costituzione di una casa dell’estrema destra. Robero Fiore, come Ella
ben sa e descrive, è impegnato in politica alla testa di un
movimento/partito mentre il sottoscritto (che non è purtroppo
“proprietario della casa editrice Barbarossa”) si occupa di
“metapolitica” o, se vogliamo, della creazione di un laboratorio. I
piani sono molto differenti e, per loro natura intrinseca, non
concorrenziali.
In quanto a Polaris, che
è ancora in via di formazione, è un progetto di Think Tank volto a:
-
trasmutare nell’epoca
globale, post-sociale, dell’iperconsumismo, principi e modelli di
riferimento etico, storico e sentimentale, rinnovandoli completamente
-
produrre una mutazione
antropologica (“dal ghetto all’avanguardia”) che consenta a portatori
di idee forti di passare dalla sterilità marginale e passiva
dell’antagonismo ad un progetto di “qualifica delle élite”, in un’ottica di protagonismo, di affermazione
e non di negazione.
In questo senso ho
personalmente curato il manifesto programmatico di Polaris che
potrà scaricare dal mio sito www.gabrieleadinolfi.it o
dal sito www.noreporter.org
Ho curato, e curo, gruppi
di studio sull’economia, la geopolitica comparata di petrolio e droga,
la comunicazione.
Comprendo gli automatismi
pigri che portano a collegare noi “nomi forti della cosiddetta ”eversione” degli anni Settanta” a
qualunque allarme sull’estrema destra. Ed Ella parte di lì,
visto e considerato che mi (ci) cita prendendo spunto da un’aggressione
ad un centro sociale.
Ella, infatti, sostiene
che a compiere azioni violente a Torino sarebbero “ragazzi affascinati
dalle idee di Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi”, ed è forse
proprio per dare costrutto a questa tesi che tanta attenzione
criminalizzatrice riserba a quel Progetto Torino che risponderebbe a
Suo avviso ai requisiti ideologici necessari a collegarli all’uno o
all’altro di noi.
Fermo restando che non
comprendo come si possa attribuire un copyright alle idee, Le rispondo
per quanto mi concerne, lasciando che Roberto Fiore lo faccia per
sé se lo riterrà opportuno.
Ogni collegamento non
solo diretto ma anche indiretto (influenze, fascinazioni) tra tutto
quello che attiene al progetto Polaris o a ciò che più
gli è vicino (ad esempio le Occupazioni Non Conformi) a violenze
tra “opposti estremisti” è assolutamente risibile.
Per rendersene conto
può leggere i miei continui richiami – rivolti a tutte e due le
estreme - ad evitare d’incorrere in provocazioni che sono
esclusivamente funzionali alla ricomposizione della DC. Questi richiami
da parte mia sono periodici: li muovo da cinque anni dalle colonne di
Orion, di Rinascita, dal mio sito e da www.noreporter.org
Potrà agevolmente documentarli
spulciando nel mio sito (www.gabrieleadinolfi.it)
nell’archivio degli articoli.
Non si tratta solo di
buoni propositi; Lei potrà constatare che i ragazzi del Cutty
Sark, ai quali sono particolarmente vicino, dopo che il loro locale fu
semidistrutto da una bomba, si sono espressi e comportati in questa
maniera, proprio quando l’indignazione avrebbe potuto indurre a
tutt’altro genere di reazioni.
Potrà anche
documentare che ultimamente ho organizzato ben due incontri “Rossi e
Neri” insieme con Ugo Maria Tassinari (ex di Autonomia Operaia, tuttora
impegnato a sinistra) per parlare tranquillamente del passato; e che lo
scorso aprile, in qualità di Area Non Conforme abbiamo aderito
all’iniziativa di Oreste Scalzone a favore dell’amnistia generale
indicendo anche una manifestazione pubblica a Roma davanti al Colosseo.
Tutto questo per dirLe
semplicemente che non è il caso di alimentare revival di
antagonismi incrociati funzionali solo alla carriera di qualche
mediocre burattinaio.
Non pretendo d’insegnarLe
il mestiere, mi consenta tuttavia di suggerire che un po’ di
moderazione non guasterebbe. Più di una volta si è
gridato “al lupo” prima di rendersi conto che varie scaramucce e
aggressioni non erano attribuibili a gruppi politici ma a
rivalità fra tribù urbane. È un fenomeno
sociologico in espansione che andrebbe affrontato con uno spirito
più consono, evitando di ricorrere alle categorie della teologia
antifascista e/o anticomunista senza dare vita artificialmente ad
antagonismi reciproci e cruenti del tutto fuori luogo, fuori tempo e
privi di significato storico.
Forse sarebbe il caso di
non gettare benzina sul fuoco e di non ingigantire le ombre.
L’esperienza insegna che ci si perde tutti e ci guadagnano solo quelli
che...
Per ogni chiarimento in
proposito, o di altro genere, sono a Sua disposizione. (ga@gabrieleadinolfi.it)
Ringraziandola per la Sua
attenzione Le porgo i migliori saluti,
Gabriele Adinolfi