"Troppi
imboscati da ambo le parti aizzano all'odio in modo vigliacco".
"Quanto durerà ancora
questa guerra? Se sopravviveremo andremo poi insieme a caccia di
djihadisti". "Spero che il battaglione Azov presto marci
su Kiev". "Come sai siamo accampati nella vecchia
residenza di Yanukovitch ma si freme per occupare quella di
Poroshenko". "Io non odio gli ucraìni e neppure gli
italiani, mio nonno era friulano. Non vedo l'ora di combattere
l'Isis". "Malgrado i colori che avete scelto io non vi
odio". "Neanch'io. Mi fa incazzare che ci siano
nazionalisti contro nazionalisti". "Io spero di
abbracciarvi un giorno e di prendercela insieme con i tifosi che
seminano odio". "Che gli dei vi proteggano". "Che
anche i vostri dei vi proteggano". "Io odio gli
imboscati. Sono ora a casa mia e mi sento un alieno". "Torneremo
quando la guerra sarà finita. Politicamente dovremmo ucciderci ma si
è a casa propria solo con i camerati al fronte".
Non sono le battute di una
commedia e non è neppure il resoconto delle pause dopo la battaglia
tra i cavalieri cristiani e quelli musulmani, è lo scambio
epistolare tra due volontari francesi nelle fila dei separatisti
filorussi di Donbass, Guillame il normanno e Victor "Poirot",
e un volontario italiano partito con il battaglione Azov, quel
Francesco Saverio che diversi eroi da tastiera hanno denunciato,
linciato pubblicamente e al quale hanno augurato ogni genere di
morte. Capite dov'è la differenza? Dov'è la linea di fronte?
Non tra gli uomini che si
sparano, se essi si rispettano, ma tra i combattenti e gli
avvoltoi.Conta fino ad un certo punto – ma ovviamente conta –
quel che si è pensato e che si pensa del vulnus ucraìno. Conta fino
ad un certo punto – ma ovviamente conta – se si è privilegiata
una costruzione cerebrale d'interesse geopolitico o la voce dei
simboli e il richiamo della propria gente. Conta però ancor di più
la razza a cui si appartiene e il rispetto dell'altro che poi, è la
leva per la pace costruttiva futura.
Questo è quel che accade sul
fronte vero: uomini in armi si donano incondizionatamente, mettono in
gioco le loro vite e si rispettano profondamente. Sul fronte
falso, su quello degli psicotici e degli esibizionisti, dei falliti e
dei segaioli c'è cagnara, ci sono odio, insolenza, bassezza, spirito
e anima da canaglia partigiana. S'insozzano i combattenti,
s'insinuano volgarità, si demonizzano e si disumanizzano i nemici,
se ne invoca la morte, si esulta quando vengono decimati nelle
imboscate, anche e soprtattutto da parte dei "nostri",
quando i caduti sono camerati. C'è il più infero e bestiale
accanimento contro dei nemici che non si conosceranno mai perché il
war game da tastiera non lo consente.
Ecco a cosa è servita
nell'area questa frattura ucraìna.
Non tanto a determinare chi ha
ragione e chi ha torto ma a stabilire due cose essenziali. La
prima è la gerarchia delle motivazioni che hanno prodotto la scelte
di campo. Ma su questa ci può ancora stare un'alzata di spalle.
Se l'utopia prevale sull'appartenenza e sul mito è certamente
inquietante ma una buona natura può ancora non soccombervi.La
seconda è la razza dell'anima e dello spirito che non è tanto
relativa al campo che si è scelto quanto piuttosto al come lo si è
fatto. E qui non c'è prova d'appello: o sei un uomo o sei un
verme. Abbiamo riportato come ragionano e come sentono gli uomini
in armi, i cavalieri di oggi. Ce ne vuole di azione su di sé per
innalzarsi così. Per altri invece lo sforzo per elevarsi sarebbe
improbo anche solo per strisciare.
Che questa maledetta guerra
ucraìna sia benedetta perché ha messo a nudo le anime che non si
potevano più mascherare! E dopo, quando gli animi si placheranno,
non facciamo scherzi. Tutti coloro che hanno dimostrato di
appartenere alla razza strisciante e partigiana non siano mai più
accolti da nessuno! Chi non rispetta i combattenti non merita niente.
Chi non è buono per il re non è buono neanche per la regina. E in
certi casi neppure per la latrina.
E' doveroso che sia schifato
da tutti gli uomini veri, su qualsiasi fronte questi abbiano scelto
di schierarsi. E che i centurioni tornando dalle trincee portino
invece un soffio di aria pura nelle retrovie fetide dei nostri
salotti!
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